Ai bambini nati con taglio cesareo mancano i batteri “buoni”: i risultati di uno studio inglese
Il tipo di parto è un fattore significativo che influenza la composizione del microbiota intestinale durante il periodo neonatale e fino all’infanzia. A dirlo, un recente studio pubblicato sulla rivista Nature il 18 settembre 2019 e condotto su quasi 600 neonati nel Regno Unito, che ha stabilito una maggiore presenza di microbi intestinali associati agli ospedali nei bambini nati a seguito di taglio cesareo, rispetto ai loro coetanei nati da parti vaginali.
Malgrado altri studi condotti in questo ambito abbiano prodotto risultati contrastanti (pensiamo al lavoro pubblicato a gennaio 2017 su Nature Medicine dai ricercatori del Texas Children’s Hospital, che ha riportato l’impossibilità di distinguere a sei settimane dalla nascita, i microbiomi dei bambini nati in un modo o nell’altro), questa recente ricerca, invece, la più grande finora condotta per rispondere a questa domanda, ribalta i vecchi assunti sul tema, stabilendo l’esistenza di una differenza.
Lavorando con ostetriche e dottori in tre ospedali di Londra e Leicester, il team di Lawley ha campionato e analizzato il DNA dei microbi trovati nelle feci di 596 bambini di cui 314 nati da parto vaginale e 282 per taglio cesareo, -a 4, 7 e 21 giorni dopo la nascita.
Mentre le viscere dei bambini nati per via vaginale erano state colonizzate dai batteri che si trovano tipicamente nelle persone sane, quelle consegnate dal taglio cesareo avevano microbiomi dominati da specie comunemente presenti negli ospedali, come quelle dei generi Enterococcus e Klebsiella.
Lo studio non ha esaminato se queste differenze microbiche possano influenzare la salute più avanti nella vita, tuttavia a destare preoccupazione, secondo Trevor Lawley, microbiologo del Wellcome Sanger Institute di Hinxton che ha guidato il lavoro, è la presenza stessa di batteri che causano malattie. “Il livello di colonizzazione da parte dei patogeni sanitari è scioccante in questi bambini. Quando ho visto i dati per la prima volta, non potevo crederci”, ha affermato Lawley alla rivista inglese Nature.com.
Tipo di parto e microbioma intestinale: quali effetti sulla salute futura
Lo studio di Lawley fa parte di un progetto più grande chiamato Baby Biome Study, che mira a seguire migliaia di neonati con l’obiettivo di determinare se le modalità di nascita ed i relativi cambiamenti nel microbiota, siano alla base di alcune associazioni quali rischio di asma e obesità in età avanzata così come suggerito da alcuni studi epidemiologici.
Esiste in commercio un documentario – Microbirth – che spiega in modo esaustivo, sulla base delle ultime evidenze scientifiche, come il modo in cui mettiamo al mondo i bambini abbia un impatto sulla loro salute per tutta la vita e possa condizionare il futuro dell’umanità.
Le ricerche e il buon senso che sancisce l’importanza del parto naturale, purtroppo hanno ancora bisogno di prove scientifiche.
L’osteopatia può essere di grande aiuto per sostenere la nascita naturale, sia con un importante supporto in gravidanza, sia se riuscissimo a recuperare le conoscenze detenute dal padre dell’osteopatia che in diverse pubblicazioni e all’interno della sua clinica ostetrica, sosteneva di riuscire ad aiutare le donne ad avere dei travagli di sole 4 ore.