Stipsi cronica: l’Osteopatia aiuta
Almeno il 10 per cento degli italiani soffre di stipsi cronica e 8 casi su 10 riguardano le donne. Questo irritante disturbo funzionale, che produce un considerevole grado di sofferenza individuale con effetti persino sulle relazioni sociali e lavorative della persona, può essere curata con successo dall’Osteopatia.
Si parla di costipazione cronica quando si verifica un ritardo anomalo nel transito intestinale e, in particolare, in caso si verifichino meno di tre evacuazioni a settimana. I principali sintomi avvertiti da pazienti affetti da stitichezza sono: secchezza e durezza delle feci, difficoltà di espulsione o sensazione di evacuazione incompleta. La normalità è che si evacui ogni giorno.
Ci sono diverse forme di stipsi, tra cui:
Stipsi con colon pigro. Il colon si contrae meno determinando un rallentamento del transito intestinale.
Stipsi da ipermobilità del colon. In questo caso invece, le contrazioni del colon si verificano in maniera disordinata; il paziente ha una pancia dura e la mobilità dell’intestino è compromessa, limitata.
Dal punto di vista osteopatico, l’osteopata innanzitutto esegue un’anamnesi iniziale che gli consente di determinare le origini di stitichezza, che può essere una conseguenza di diversi fattori, per esempio legati alla mobilità del diaframma o a degli evidenti errori alimentari, o ad una cicatrice pregressa, ad aderenze post operatorie; problemi di mobilità intestinale; una condizione di squilibrio psico-fisico o di iper o ipo-stimolazione nervosa della peristalsi o, ancora un blocco articolare del bacino o della colonna vertebrale.
Il lavoro dell’osteopata consiste dunque sulla mobilità del colon per ripristinare il movimento intestinale. La pratica osteopatica in questo caso può interessare il bacino, dove passa il colon, o anche le vertebre lombari, da cui partono le connessioni nervose con i visceri. L’osteopata può intervenire altresì con trattamenti di Osteopatia craniale, in quanto se si rileva una disfunzione a livello del sistema cranio sacrale essa può coinvolgere l’omeostasi dell’organismo intero, dunque anche dell’apparato digerente. Ma il lavoro più importante può essere fatto direttamente sull’intestino eseguendone uno “stretching” e ottimizzando la mobilità del diaframma per ridare al sistema quello che è il motore principale di tutto l’addome.
I consigli dell’osteopata da osservare sia durante la sessione osteopatica che in seguito, in modo da prolungare gli effetti del trattamento, riguardano innanzitutto l’alimentazione: per cui bere molto, mangiare frutta e verdura e privilegiando cibi integrali. Pochi sanno, per esempio, che una dieta basata principalmente su prodotti a base di farina bianca raffinata è la causa principale di malnutrizione, costipazione, stanchezza e numerose malattie croniche.
Per saperne di più sui danni causati dalla farina bianca “tipo 00”: leggi l’articolo su Tuttosteopatia.it.
Oltre all’alimentazione, è essenziale correggere il proprio stile di vita a partire dalla respirazione, non solo in riferimento alla frequenza respiratoria, ma soprattutto alla corretta mobilità del diaframma.
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Molto interessante…allora xche il dottore generico non mi ha mai parlato di questa cura!!!!!☺
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