L’Osteopatia è sempre più richiesta negli ospedali italiani. Già dal 2006 l’A.I.O.T. di Pescara, l’Accademia Italiana di osteopatia Tradizionale collabora in diversi nosocomi abruzzesi.

A raccontarci l’eccezionale lavoro osteopatico in ospedale, soprattutto nei reparti Pediatrici, è la dott.ssa Gina Barlafante, Direttore Didattico della scuola, nonché co-autrice di svariate pubblicazioni scientifiche sui lavori di ricerca, condotti anche in ambito ospedaliero. Non ultimo, lo studio multicentrico randomizzato controllato condotto nel reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale di Macerata dal titolo: “Contributo del trattamento osteopatico nella sindrome da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD)“, presentato a Firenze, nell’ambito del Congresso Internazionale di Medicina Osteopatica.

Dott.ssa Barlafante, quando e com’è nata la collaborazione con reparti di Pediatria e Neonatologia negli ospedali di Atri e Pescara?
La collaborazione con il reparto di Neonatologia di Pescara è iniziata nel 2006 dopo un colloquio con il primario, dott. Carmine D’Incecco, che ci esponeva le difficoltà di questi piccoli pazienti legate soprattutto all’immaturità degli organi. Si ipotizzò che il trattamento manuale osteopatico potesse aiutare i neonati prematuri ad esprimere al meglio alcune funzioni, in particolare quelle dell’apparato respiratorio e gastrointestinale.

Da circa un anno, invece, è iniziata la collaborazione con il reparto di Pediatria di Atri, grazie all’iniziativa di duemain nostri ex studenti, Francesco Ciardelli e Emiliano La Mola. Il primario del reparto, dott. Mario Di Pietro, sensibile a tutto ciò che può migliorare lo stato di salute, ha approvato e supportato l’organizzazione di un servizio ti trattamento osteopatico già dal primo giorno di vita.
Un ulteriore collaborazione si sta perfezionando presso l’ambulatorio di Ortopedia Pediatrica dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti finalizzato al trattamento manuale osteopatico del piede torto congenito, collaborazione nata grazie all’iniziativa dell’osteopata Andrea Troiani e la collaborazione della Dott.ssa Elda Andreoli.

Quali i Risultati ottenuti in Neonatologia e in Pediatria?
Nel periodo compreso tra maggio 2006 e marzo 2011 è stata svolta attività di valutazione e trattamento manuale osteopatico su circa 1.300 neonati ricoverati nel reparto di Neonatologia del presidio Ospedaliero di Pescara. I bambini sono stati visitati con una frequenza bisettimanale (martedì e venerdì) in orario pomeridiano in modo da non interferire con l’attività medico-infermieristica e con l’orario di visita dei genitori. Su tutti i neonati valutati e trattati abbiamo osservato un risconto clinico positivo per quanto riguarda la funzione gastrointestinale e, soprattutto, sulla durata di degenza, con ospedalizzazione inferiore di 6 giorni rispetto alla sola terapia standard.
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Per quanto tempo durerà questa collaborazione?
La collaborazione non prevede, per ora, limiti temporali.

Quanti e chi sono gli osteopati A.I.O.T. coinvolti? Si tratta di studenti del 6° anno che fanno tirocinio o di osteopati professionisti?
Gli osteopati coinvolti nel reparto di Neonatologia sono tutor e docenti dell’A.I.O.T che fungono da coordinatori e da studenti del IV e V anno del corso di formazione a tempo pieno che fungono da valutatori ed operatori del trattamento sotto la supervisione dei tutor e coordinatori. L’organigramma è stato comunicato alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale. Sono stati organizzati dei turni di frequenza in modo da avere ogni volta tre operatori ed un tutor. Il servizio viene svolto due volte alla settimana. Gli osteopati coinvolti nel reparto di Pediatria di Atri sono professionisti DO.

Chi sovvenziona i servizi osteopatici negli ospedali?
Entrambi i servizi, nell’ospedale di Atri e di Pescara, vengono svolti a titolo gratuito; non esistono sponsor e l’attività risulta a totale carico dell’A.I.O.T.

Qual è il valore aggiunto di un osteopata in ospedale e quali i casi in cui l’osteopata viene impiegato più frequentemente?
Come si evince dal Report i risultati riguardano il miglioramento della funzione gastrointestinale e la riduzione della durata di degenza. In generale i clinici tendono a segnalare casi in cui si evidenziano nette difficoltà funzionali, quali difficoltà respiratorie e di alimentazione.

Come i medici degli ospedali si pongono nei confronti degli osteopati?
In generale dopo una prima fase di scetticismo, seguita da colloqui esplicativi circa il razionale del trattamento manuale osteopatico, c’è collaborazione.

La figura dell’osteopata spesso non è molto chiara agli occhi della gente. In questo caso, l’osteopata che presta il suo aiuto in corsia, com’è visto dai pazienti e dai i genitori dei bambini?
In questo caso i pazienti non sono ovviamente in grado di esprimere un giudizio, mentre i genitori apprezzano il fatto che ci si occupi dei loro bambini utilizzando tutti i mezzi per migliorarne lo stato di salute.

Qual è il suo auspicio per il futuro dell’Osteopatia in ambito ospedaliero?
I risultati ottenuti dallo studio osservazionale pubblicato sono stati confermati dai risultati del trial clinico randomizzato attualmente in sottomissione; se anche lo studio multicentrico avviato dovesse portare alle stesse conclusioni, la naturale conseguenza dovrà essere l’utilizzo del trattamento manuale osteopatico su tutti i neonati prematuri e la possibilità di effettuare un follow-up per almeno i primi tre anni di vita in modo da valutare la possibile riduzione degli esiti a distanza della prematurità, come  ad esempio i disturbi del comportamento, del linguaggio e dell’apprendimento.

Vedi sezione correlata: L’Osteopatia in Ospedale