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E se l’osso fosse prioritario rispetto a tutto il resto del corpo, compresi i muscoli?
Perché è importante trattare le lesioni intraossee: il caso di un giocatore di basket
E se l’osso, come ci ha insegnato Still decidendo di chiamare questa disciplina “osteopatia”, fosse prioritario rispetto a tutto il resto del corpo compresi i muscoli?
Antonio 32 anni, 203 cm di altezza per 124 chili di peso, giocatore di basket in serie C, viene da me il 17 gennaio 2023 per una sciatica a dx che gli impediva di giocare, aveva anche una fasciatura adesiva alla gamba dx per proteggersi da una rottura del gastrocnemio (polpaccio). A ottobre del 2021 aveva subito uno stiramento di primo grado proprio del gastrocnemio a cui è seguito, dopo due settimane e con la ripresa delle partite, una lacerazione dello stesso che lo ha costretto a due mesi e mezzo di stop. Dopo aver ripreso a giocare qualche partita, il giocatore si è poi definitivamente bloccato con la schiena.
Appena si mette sul lettino testo la tibia e – senza levare la fasciatura – percepisco si tratti inequivocabilmente di una lesione intraossea della tibia in un punto ben preciso. In fase di anamnesi gli chiedo informazioni a proposito e lui riferisce di un trauma sul lavoro risalente a qualche anno prima dovuto a una caduta dalle scale in cui ha urtanto la tibia destra sullo spigolo del gradino provocandosi una importante ferita che aveva solo medicato e fasciato per due settimane. Trattata la lesione intraossea è cambiata la sensazione limitante al polpaccio e anche la sciatica corrispondente consentendo al giocatore di riprendere la sua attività sportiva (nonostante giocasse nella squadra avversaria di mio figlio).
Come scrivo nel libro “Lesioni Intraossee. Lesioni intraossee. Tecniche e principi alla base dell’osteopatia“, le lesioni intraossee provocano una modifica del tessuto con una specie di callo osseo all’interno dell’osso che ne cambia l’elasticità e le linee di carico. Quando un muscolo importante come il gastronemio si contrae, la tibia grazie alla sua grandissima capacità elastica che sopporta tutta la forza di gravità (e nel caso di un giocatore di basket di 100 chili anche i sovraccarichi legati ai salti ripetuti), ammortizza la forza di contrazione. Cosa succede se l’osso non cede? Chi ne pagherà le spese?
Questo è solo un esempio dei tanti che posso raccontare e che stiamo avendo difficoltà a dimostrare con una ricerca scientifica che eliminerebbe tutti i dubbi poiché non riusciamo ancora a trovare uno strumento adatto a misurare la differenza di densità ossea prima e dopo il trattamento. Nel frattempo tutti gli osteopati che lavorano sulle lesioni intraossee possono facilmente verificare l’efficacia dei test e dei trattamenti per aiutare tantissimi pazienti dove la lesione intraossea è la concausa principale della sintomatologia.
Caro Massimo nessuno più di te parla la lingua dello scheletro. Caso emblematico e che rispecchia le centinaia di situazioni sconosciute ai più che abitano traumi e recidive di problematiche mai veramente risolte fino a che non si entra nel mondo dell’osso… 😉