Una delle maggiori prerogative dell’osso è la sua elasticità e la sua capacità di autorigenerazione. Non a caso A. T. Still ha scelto di definire questa disciplina “osteopatia”, probabilmente riferendosi a questa importante proprietà insita nell’osso, che è peraltro la struttura principale su cui lavora l’osteopatia. Il trattamento osteopatico delle lesioni intraossee è efficace proprio perché lavora direttamente sull’osso facilitandone l’immediata ripresa di mobilità con conseguente miglioramento della sintomatologia che il paziente sperimenta sin da subito, una volta sceso dal lettino post trattamento. L’aspetto forse più interessante è il fatto che quel “guadagno” di elasticità sull’osso favorito dal trattamento osteopatico sulle lesioni intraossee, oltre ad essere immediato è duraturo: non torna alla condizione precedente ma rimane per sempre.

Le lesioni intraossee hanno luogo appunto dentro l’osso e non sono solo quelle generate durante il parto sui nuclei di ossificazione, ma sono anche legate a dei traumi sull’osso che, in assenza di frattura, crea al suo interno un callo osseo che ne riduce l’elasticità. Un esempio comune è quello della lesione intraossea della tibia. In questo caso succede che quando il polpaccio si contrae, l’osso non “cede” proprio a causa del callo osseo nella tibia che, di conseguenza, produrrà delle problematiche sul muscolo.

Le cause delle lesioni intraossee

Molto importante è dunque il ruolo dell’Osteopatia nel trattamento delle lesioni intraossee, che attraverso la valutazione palpatoria pressoria può non solo evidenziare le differenze di densità ossea nei vari distretti ma, cosa ancora più interessante, può trattare la zona e determinare un cambiamento dell’osso riscontrando immediata risposta al trattamento.

Per maggiori informazioni: www.lesionintraossee.it