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Osteopatia

Francis Peyralade

di François Bel D0. MRO(F)

L’intervista originale di François Bel D0. MRO(F) è apparsa nel 1999 su ApoStill – rivista de l’Académie d’Ostéopathie – e riproposta un mese fa dal portale francese www.osteopathie-france.net.
Ringraziamo per gentile concessione alla traduzione e pubblicazione dell’intervista sia il Presidente che il Consiglio di amministrazione dell’Académie d’Ostéopathie, che lo stesso autore dell’intervista: François Bel.
Grazie a Jean Louis Boutin, direttore del portale francese dell’osteopatia, per la sua disponibilità.

Di seguito vi proponiamo la traduzione in italiano a cura della redazione di Tuttosteopatia.it

François Bel: Peyralade, cosa faceva prima di diventare osteopata?

Francis Peyralade: Sono nato nel 1928 nel piccolo cantone di Lot. I miei genitori avevano comprato una fattoria abbandonata, ho lasciato la scuola a 13 anni dopo il diploma per aiutare mio padre fino all’età di 20 anni. Durante questo periodo, ho conosciuto mia moglie; suo padre ha lavorato a Les Halles, a Parigi, nella vendita di frutta e verdura. Dopo il reggimento, ho avuto qualche difficoltà a guadagnarmi da vivere, c’erano molte opportunità di lavorare alla vendemmia, ma alla fine, su consiglio di mia moglie, ho deciso di andare a Parigi per lavorare con il padre. Il lavoro del venditore di frutta e verdura è stato abbastanza impegnativo, dovevo alzarmi presto e non mi piaceva molto. Volevo tornare a scuola, così ho deciso di puntare su una professione sanitaria.

François BelCosa l’ha spinta ad orientarsi verso questa professione?

Francis Peyralade: Ricordo che all’età di 12 anni, nel 1940, durante una partita ricevetti una violenta ginocchiata nello stomaco. Un mese e mezzo più tardi mi diagnosticavano la peritonite. Avevo una sacca di sangue in addome, l’appendice e il peritoneo a pezzi e più di 20 giorni in coma, e all’epoca non c’erano antibiotici. In qualche modo ne sono uscito, ma ho passato diversi anni a camminare male con bruciore al basso ventre perché furono colpite alcune radici nervose.
Così eccomi qui a Parigi, un po’ confuso, in cerca di una guida. Su consiglio di mia moglie, ho deciso di puntare su massaggi o trattamenti per aiutare gli atleti, arrivando in seguito all’École française de massothérapie di M. Paul Gény. Ho preso un appuntamento per incontrarlo, e mi sono trovato di fronte ad un piccolo uomo con gli occhiali da miope, energico. Gli ho spiegato il mio progetto: “vengo dalla campagna, ho lasciato la scuola a 12 anni per motivi economici ed ho aiutato mio padre in azienda per dare una mano alle mie due sorelle e alla famiglia. Ora vorrei tornare a scuola per diventare kinésithérapeute”. Poi mi guardò bruscamente dietro gli occhiali e disse a voce alta: “volere è potere. Ecco il modulo di iscrizione, è sufficiente per preparare l’esame di ammissione nella scuola. Arrivederci”.
Ho deciso così di intraprendere questi studi e per un anno, pur continuando a lavorare a Les Halles, ho seguito i corsi per la preparazione all’esame di ammissione. Fui ficevuto da Gény per seguire gli studi di kinésithérapie.
Nel 1958, al terzo anno, lascia la scuola perché diventò troppo faticoso conciliarla con il lavoro a Les Halles.

François Bel: Cosa è accaduto dopo perché si avvicinasse all’osteopatia?

Francis Peyralade: Sono passato dalla kinésithérapie all’osteopatia perché a 16 anni, durante la semina, ho subìto una forte distorsione. Un uomo, Padre Paillet, mi ha completamente sollevato e mi ha reso consapevole di come possa alleviare il dolore con le mani. Dopo il diploma ho praticato per 6 mesi la kinésithérapie. Attraverso la mia applicazione e il mio entusiasmo per il massaggio e il movimento ginnico nei pazienti con lombalgia e sciatica, la gente se ne andava a casa soddisfatta, dicendo: “non ho nessun dolore”. Ma quando rincontrandoli otto giorni dopo scoprivo che il dolore era tornato gradualmente, mi sono detto che bisognava trovare una soluzione diversa e che ci dovesse essere altro da fare sulla colonna vertebrale. Questo è ciò che mi ha spinto, nonostante le difficoltà iniziali, a continuare sulla strada dell’osteopatia.
Subito dopo il mio diploma in kinésithérapie, sono tornato all’École française d’ostéopathie che M. Gény aveva creato. Paul Geny è stato uno dei primi osteopati francesi ad aver lavorato prima della guerra con l’unico medico osteopata, il dottor Lavezzari. Le lezioni si tenevano in un ex ufficio notarile situato in boulevard Saint-Michel, che Geny aveva comprato per esercitare la sua professione di osteopata. Sono gli osteopati che hanno partecipato a questi corsi ad aver fondato il Sindacato degli osteopati di Francia. Le lezioni si tenevano il venerdì sera, il sabato e la domenica. Grazie ai rapporti con Geny abbiamo ricevuto una formazione di base in anatomia, fisiologia e patologia, insegnata dal professor Padovani – capo della clinica. All’inizio, abbiamo anche ricevuto istruzioni da persone che non erano necessariamente osteopati, ad esempio, M. Bradbury – chiropratico – o Mr. Dummer, osteopata, naturopata che ci ha dato lezioni di vita sana e di naturopatia. Poi lui stesso è diventato un grande osteopata. C’era anche il dottor Denis Brookes – un osteopata che aveva imparato in America e che ha impartito le sue prime lezioni.
Dopo qualche tempo, sono sorti dei problemi tra Brookes e Geny, così fu deciso, nonostante le nostre proteste, di separare Dr. Brookes e tenere solo il signor Dummer. A quel tempo – 1962 – abbiamo ricevuto le basi di osteopatia tanto da conseguire il mio diploma. Dopo la scissione, abbiamo deciso di continuare a migliorare la pratica dal Dr. Brookes. Così ci siamo ritrovati in cinque osteopati, Bernard Barillon e René Queguiner, due medici indocinesi, i dottori Lung, Mau, ed io stesso in ufficio di René Quéguiner, in avenue Kléber. Ricevevamo due volte al mese a nostre spese e continuammo la nostra formazione osteopatica.

In seguito, il 30 settembre 1964, si è tenuto a Parigi e per la prima volta in Europa, il primo seminario in osteopatia cranica, a cui hanno partecipato Denis Brookes, Viola Frymann, Thomas Schooley e Harold Magoun e due medici indocinesi, medici, Mau e Lung, e tre kinesiterapisti e osteopati francesi: René Quéguiner, Bernard Barillon, e me stesso. Per la cronaca, siccome non eravamo tutti medici, Harold Magoun decise di sostenere un esame per stabilire se si potesse prendere parte al seminario. Esso consisteva nel descrivere con precisione l’anatomia del cranio con gli occhi bendati. Questo gruppo di cinque fu responsabile, sotto l’influenza di René Queguiner e me stesso, della creazione nel 1978 di un insegnamento precoce di gruppi di osteopatia: SERETO (Società studi, ricerche e insegnamento di tecniche osteopatiche) che ha formato un certo numero di osteopati francesi, alcuni dei quali sono diventati docenti o professionisti noti.

Ricordo che nel 1957, sotto la direzione di Paul Geny è stata fondata invece la prima scuola francese di osteopatia. I seguenti problemi con il potere medico, hanno poi  costretto la scuola ad emigrare in Inghilterra, dove è diventata la Scuola Europea di Maidstone.

Nel frattempo l’osteopatia francese ha proseguito: nel 1973 nacquero le prime lezioni strutturate e tra 1974-1988 l’organismo professionale si strutturava intorno a due organizzazioni socio-professionali, l’Associazione francese di Osteopatia (AFDO) e la Federazione degli Osteopati di Francia (FOF), che diventerà in seguito l’Unione federale di osteopati francesi (UFOF).

François Bel: quando si è stabilizzato come osteopata?

Francis Peyralade: dopo la mia laurea ho avuto la possibilità di incontrare il signor André Desjour, un amico di Paul Geny. Sentivo che non avevo abbastanza basi, così ho lavorato con lui per un anno e mezzo. Al mattino lavoravo come massaggiatore assegnato all’Ospedale Paul Brousse nell’unità trauma del professor Monsaingeon, dove eravamo tutti volontari. A volte eravamo in oncologia geriatrica o presso L’istituto Gustave-Roussy, dove ho imparato moltoì. Abbiamo avuto un grande insegnante che ha c mostrato la sua esperienza e competenza, di quelli che ti dicono: “Beh, se si vuole iniziare prima di domani, opero un menisco o della colonna vertebrale, che non avete mai visto, chiedi alla caposala un camice e vieni con me”.
A quel tempo stavamo lavorando in team con medici, infermieri e fisioterapisti del Paul Brousse Hospital. Giovani medici proiettati a lavorare in una clinica in boulevard Montmartre. Mi hanno chiesto di andare con loro. C’era già un chirurgo ORL e altri specialisti. Così ho lavorato in mattinata nella clinica che mi ha aiutato a creare il mio ufficio, in rue de Charenton, dove ho lavorato nel pomeriggio.

François Bel: So che ha viaggiato per incontrare i principali osteopati statiunitensi: Rollin Becker, Tom Schooley, Robert Fulford e Frymann, mi può dire qualcosa su questi incontri?

Francis Peyralade: No, non ho viaggiato molto, ho potuto incontrarli grazie al Sig. Brookes, che ha portato i medici Magoun Frymann Schooley per il primo seminario di osteopatia in Europa nel settembre 1964. Per quasi cinque anni questi osteopati si sono resi disponibili singolarmente, e una volta l’anno ci hanno insegnato molte cose, lasciandoci ogni volta che un programma di studio e di lavoro.
Per la cronaca, Magoun curava Eisenhower e molte personalità di Washington mentre Schooley curava Barry Goldwater (il candidato alla presidenza dellepoca) e alcuni suoi pazienti andavano in Texas in aereo privato pur di consultarlo. Viola Frymann aveva già aperto il suo centro per bambini, riscuotendo parecchi favori. E’ stato un grande onore per noi vedere questi personaggi così importanti impiegare le loro vacanze per venire ad insegnarci. Poiché eravamo rimasti solo in cinque, dovevamo pagare i costi del trasporto, dell’alloggio e l’iscrizione dovuta all’AOA (American Osteopathic Association). Dopo circa cinque anni, ci è stato fatto presente che vista la formazione ricevuta e il loro loro desiderio i perseguire le orme di Still e Shutherland, avrebbero voluto creare una scuola per insegnare l’osteopatia, disciplina utile in tutti i paesi e per tutte le persone. Così abbiamo creato prima un gruppo di lavoro piuttosto informale, poi la SERETO.

François Bel: Ma quali sono stati i contatti privilegiati e le personalità dell’osteopatia, come Rollin Becker e Robert Fulford, che ha incontrato?

Francis Peyralade: Ognuno aveva la sua personalità a loro modo straordinari per intelligenza, conoscenza, carisma e capacità di essere disponibili con le persone. In seguito, sono tornati a fare corsi regolari fino agli anni ottanta. Ma il rapporto con la signora Frymann non è mai stato abbandonato, forse perché avevamo una speciale affinità. Nel 1979, un gruppo di insegnanti e i primi assistenti che abbiamo formato sono andati negli Stati Uniti a seguire degli stage. E proprio mentre studiavano che ho conosciuto Robert Fulford e Rollin Becker.
Nel 1982, la signora Frymann mi fece l’onore di farle da assistente preso il college di New York per la presentazione dell’osteopatia craniale. Nello stesso anno si è tenuto a Parigi uno dei primi seminari fasciale con Frymann e Allan Becker, che è stato il punto di partenza per la collaborazione di tutte le scuole di osteopatia in Francia. Erano presenti anche Marc Bozzetto, Jean René Peyriere Queguiner, Regis Godfrey ed io. Ho quindi avuto parecchi rapporti d’amicizia privilegiati con Viola Frymann, Harold Magoun, Thomas Schooley e Denis Brookes. E anche se ha lasciato il nostro piccolo gruppo per andare ad insegnare da Robert Marc Benichou e Bozzetto, continuo ad avere dei bellissimi ricordi di quell’uomo che in segno di amicizia, mi ha offerto autografandoli il suo primo libro di anatomia e tre libri da studente. Per quanto riguarda la signora Frymann lei mi ha regalato un fac-simile di una lettera originale ricevuta dal Dott. Still.

François Bel: E cosa c’era scritto nella lettera?

Francis Peyralade: Oh! Non lo so, perché all’epoca non conoscevo bene la lingua inglese. Penso non ci fosse scritto nulla di straordinario, nemmeno un accenno ad uno dei suoi libri, ma credo semplicemente una semplice missiva per i suoi parenti.
Penso che le grandi verità della vita siano eterne. Non possono scomparire, anche se a volte diventano offuscate, le si ritrovano sempre. In certi momenti dell’umanità, quando le persone ne sono degne, si ritrovano cose che sono già esistite in passato sotto forma di mito, di simbolo o linguaggio nascosto. Mentre, quando non si è degni di tali cose pur potendo mostrare tanto, tendono a scomparire. Prima o poi però qualcuno le ritrova. La cosa essenziale è avere l’idea. Per la mia esperienza, io credo che con Still che l’osteopatia è sempre e prima dell’anatomia, della fisiologia e della fisiopatologia. Partendo dalle cose che non si vedono, ma che sono fondamenta di un edifico, che si può crescere, progredire e creare l’essenziale che resiste a tutto. Per questo l’osteopatia non è fatta dall’orpello, dai colori vivaci e dalle grandi manifestazioni. La migliore osteopatia è nell’essenziale.
L’osteopatia è nella semplicità, nel lavorare con il proprio cuore, mani e  coscienza, nel rispetto reciproco, sapendo che non dovremmo fare agli altri ciò che non si vuol subìre per se stessi. Essere un buon osteopata vuol dire essere umili e orgogliosi del proprio lavoro come se si fosse un architetto, un falegname, un muratore o qualsiasi altro professionista. Se ridiamo di noi stessi, possiamo pensare di essere come degli idraulici, poiché non facciamo altro che cambiare pezzi o serrare meglio un dado difettoso di questa meraviglia che è il corpo umano, aiutandolo a raggiungere la omeostasi, in maniera tale da facilitare il lavoro silenzioso delle cellule. Questo misterioso lavoro è davvero importante, è davvero l’«oeuvre au noir».

È il corpo stesso a condurci verso quello di cui ha bisogno. Noi possiamo solo sentire i piccoli indizi che ci indicano la strada giusta.
Oggi, sono sicuro che l’osteopatia durerà. È immateriale e aiuta gli uomini. Nessuno potrà distruggerla. Ma è esigente. Solo in pochi sono capaci di seguirla, chi ha pensato e compreso che non è solo un insieme di istruzioni meccaniche, ma vi è la necessità di aprire il cuore e renderlo una estensione dei nostri trattamenti. Ma non dobbiamo sentirci superiori agli altri solo perché siamo osteopati. Non abbiamo gloria da ricevere, ma dobbiamo ricordare il proverbio cinese: più in lato la scimmia sale da più lontano si vede il suo di dietro.

François Bel: Da pioniere dell’insegnamento osteopatico in Francia, cosa pensate del querelle tra la tradizione britannica e la tradizione americana?

Francis Peyralade: Questa querelle dovrebbe far ridere, ma è davvero drammatica e stupida. Ci riporta indietro di 50 100 anni. È sbagliato contrapporre i due diversi approcci – vertebrale e craniale. Questa opposizione è falsa ed è purtroppo supportata da alcuni osteopati.
L’America ci mostra cosa non fare. È sbagliato dare all’osteopata un titolo equivalente a quello di un medico, facendo così regredire la nostra professione. È molto più semplice e redditizio prescrivere Prozac o farmaci rilassanti al paziente che prepararlo alle tecniche osteopatiche. Pensarla in questa maniera porta ad un vicolo cieco e verso un lungo periodo di declino. Visto che il tempo necessario per il lavoro manuale e l’impossibilità di far pagare il reale valore del nostro tempo, per questo motivo decidiamo di abbandonare volutamente tutto quello che serve per preparare il corpo nelle tecniche dei tessuti molli o nel lavoro miotensivo per tornare al strutturale come facevano i primi osteopati. Impariamo a praticare la manipolazione osteopatica sulla lesione dimenticando che è l’ultimo anello di ciò che costituisce la lesione.
All’epoca della SERETO, abbiamo proposto una unione tra coloro che seguivano la scuola di M. Gény a Maidstone e noi, che avendo conosciuto precedentemente l’osteopatia americana, eravamo più preparati in craniale. Eravamo pronti ad andare in Inghilterra per insegnare il craniale e ricevere lezioni sullo strutturale dalla scuola. Ma, naturalmente, alcuni francesi (ma anche inglesi e belgi) hanno fatto di tutto purché questa unione non avvenisse. Ancora una volta, gli interessi di pochi hanno prevalso sul bene comune. Ma forse succederebbe la stessa cosa ora, con le stesse considerazioni personali.

François Bel: Insegnate anche all’estero in Paesi come: Spagna, Italia e anche la Russia, che cosa spinge a fare questo e come viene interpretata la sua osteopatia?

Francis Peyralade: Quando è stato creato l’ORC (International Society of Osteopathy), ho pensato che fosse una buona idea per raccogliere, diffondere e insegnare osteopatia in Paesi che ne fanno richiesta sulla base del programma degli Stati Uniti. Dando un netto taglio a tutti gli insegnamenti osteopatici, permettendo una corretta distribuzione del concetto osteopatico. Abbiamo avuto incontri con la scuola osteopatica francese per mobilitare tutte queste persone su questo progetto. Ma non si è giunti ad un accordo. E pur essendo stato uno dei fondatori dell’ORC, ho dato le mie dimissioni l’anno scorso. Per questo motivo non farò più corsi di istruzione e formazione come insegnante della ORC, sia in Francia che all’estero. In questo momento, senza la mia presenza termina la formazione della scuola russa. Ma grazie ad un amico, è stata creata una fondazione che supporta che i ricercatori nell’acquisto delle attrezzature necessarie per condurre la ricerca e lo sviluppo dell’osteopatia nell’Europa dell’Est. Io cercherò di guidare la ricerca e completare la formazione pratica degli studenti russi. Il mio aiuto sarà importante per spiegare i casi più difficili e i fotogrammi in maniera tale da poter utilizzare l’osteopatia craniale, specie per i nei neonati e nei bambini. Sono felice di farlo. Probabilmente sarà il mio ultimo lavoro per osteopatia in generale.
Attualmente lavoro con l’Istituto di ricerca Sechenov in Russia, con due ricercatori diversi. Attraverso questa fondazione, abbiamo appena inviato un dispositivo Doppler tedesco per misurare e registrare le variazioni di flusso di cambiamenti intra ed extracranici e i vari cambiamenti nella circolazione del sangue prima e dopo il trattamento osteopatico. Abbiamo già iniziato questo lavoro. Ci sono andato lo scorso ottobre per un esperimento sui disturbi leggeri nei bambini piccoli. Il progetto è quello di studiare l’impatto del trauma derivante dal parto, per il trattamento di bambini e e di registrare i dati EEG. I risultati saranno analizzati attraverso l’utilizzo di un computer. Questo primo studio è stato fatto nel laboratorio del professor Shepalofnikof. Il secondo studio, quasi identico, sarà nell’istituto Prof. Moskalenko, fisiologo di fama mondiale, uno dei massimi esperti del flusso sanguigno al fine di rafforzare e corroborare i risultati del precedente. Credo che con l’aiuto della Fondazione, un giorno  riusciremo a pubblicare i rapporti e le informazioni su queste esperienze a livello globale in importanti quotidiani e riviste osteopatiche. Questo programma è seguito con grande interesse dagli americani dell’Accademia cranica e l’AOA. Anche se gli americani sono sempre disposti a prendere, ma raramente a dare!
Ho anche insegnato a Riga, Lettonia, Spagna e Italia, dove ho partecipato alla creazione della prima scuola di osteopatia a tempo pieno.

François Bel: Come viene recepito un messaggio osteopatico nei paesi in cui la disciplina è ancora poco conosciuto?

Francis Peyralade: è molto ben accolto, poiché c’è la volontà di ricerca e un forte desiderio di imparare. Direi che questo desiderio è ancora più pronunciato tra i russi, a causa del loro temperamento, ma anche perché l’osteopatia permette loro di essere efficaci senza avere risorse significative, che, data la loro povertà, è davvero una soluzione eccellente. Inoltre, credo che siano meglio di noi in determinate aree. Da quello che ho visto, i russi hanno degli approcci molto più semplici dei nostri ma allo stesso tempo più efficaci, con più lavoro manuale e osteopatico. Non possono beneficiare di attrezzature sofisticate, preferiscono l’esame fisico. Ad esempio, con la sola auscultazione un praticante sa dire se vi è una storia di pleurite al polmone cul-de-sac, ecc.

François Bel: Lei ha anche partecipato alla creazione e l’organizzazione delle strutture osteopatiche francesi che regolano la nostra professione oggi, corrispondono ancora alla sua idea iniziale?

Francis Peyralade: come preside, ho partecipato alla creazione della Federazione degli Osteopati di Francia (ora UFOF). Poi con il Registro  mi sono occupato dell’insegnamento. Molte cose stanno ancora cambiando. Penso che gli osteopati professionisti iscritti al Registro degli Osteopati di Francia dovrebbero essere più coinvolti nella gestione di studi, per esempio nelle commissioni d’esame, per cui non sia sempre la facoltà che si occupi di questi problemi. Mi auguro che succeda prima possibile. A livello collegiale resta ancora molto da fare per soddisfare i diversi flussi di studi tra tempo pieno e tempo parziale. Tuttavia, mi sembra che ci sia una maggiore responsabilità da parte degli osteopati. Le cose cambiano poco a poco, anche se è solo l’inizio. Vi è un altro aspetto positivo: gli studi e le ricerche che si stanno mettendo in atto nella divisione Academy. Ho molto apprezzato la qualità della vostra rivista ApoStill per il contenuto su studi, ricerche, contatti e scambi. Dobbiamo continuare questo lavoro, espanderlo e migliorarlo. Personalmente ho mandato due copie di ApoStill  a degli amici in Belgio che si sono mostrati molto interessati. Sono disposto a contribuire a questa rivista in futuro. Invierò delle altre copie ad alcuni osteopati russi.

François Bel: Per la prima volta in Francia, l’Accademia di Osteopatia ha tradotto e pubblicato l’autobiografia di Still: che cosa ne pensa?
Francis Peyralade: Questa è davvero una buona cosa, anche se, purtroppo, troppi pochi osteopati sono consapevoli del valore di questo libro e del significato nascosto del suo contenuto.

François Bel: Pensa che la filosofia del fondatore è compresa oggi? Che cosa si può fare per migliorarne la comprensione?
Francis Peyralade: non c’è niente da fare per migliorare la comprensione, è una questione di evoluzione ed esercizio alla domanda personali. Ancora adesso il libro è per me un po’ come il “Piccolo Principe” di Saint Exupery. Lo può leggere un bambino può leggere, si può leggere quando si avvia nella professione e può ancora essere letto alla fine della sua attività professionale.

François Bel: Negli Stati Uniti, Paese del suo fondatore, l’osteopatia ha un po’ perso i suoi principi filosofici e la sua tecnica per diventare più medica, non ha paura che la stessa cosa succede qui?

Francis Peyralade: Questo è ciò che minaccia l’Osteopatia in Europa. Il concetto di inclusività, trasmesso dagli americani, fondato sul lavoro miotensivo e craniale e strutturale, è stata la prima minaccia, dato il tempo richiesto per lo studio e l’apprendimento della palpazione.
Fatta eccezione per un paio di sacche di resistenza, i praticanti gradualmente abbandonano questa osteopatia. Sono certo, e potrei sembrare presuntuoso o stupido, che l’osteopatia è una vera cavalleria. Questo permette una corretta preparazione sul campo, un confronto a tutte le competenze di un’arte.

François Bel: Dopo Still si sono evolute nuove correnti in Osteopatia: quella craniale, viscerale, approccio somato-emozionale. Cosa pensa di questo?

Francis Peyralade: Penso che queste sono parole volte a descrivere delle tecniche usate per il trattamento di aree o problemi specifici. Ma vi è una sola Osteopatia, anche se uno impara il craniale, viscerale, miotensivo ecc.. Ciò che è importante è l’unità del corpo. Il fatto è che si inizia un lavoro teso alla globalità, di decontrazione per migliorare il sistema complessivo, oppure se il sistema è bloccato, lavoreremo su una zona specifica.

L’approccio somato-emozionale è una scelta personale dei professionisti; tuttavia psiche e soma sono un’unica cosa. Nel linguaggio popolare si dice: “Sono malato e stanco”, “porto il mondo sulle spalle”, ecc. Ricordiamoci che noi abbiamo un sistema nervoso centrale, comprendente un sistema neurovegetativo suddiviso in due parti: il parasimpatico che arriva all’estremità superiore, alla base del cranio, e all’estremità inferiore dell’osso sacro, che è in equilibrio con il sistema simpatico.
All’inizio della mia pratica la gente aveva più mestieri, e le loro difficoltà erano per lo più strutturali. Si potevano utilizzare delle tecniche dirette; solo oggi si ricerca nel sistema nervoso centrale, anche nei bambini in via di sviluppo, perché la vita moderna è piena di stress, ansia, tensione e fatica.
Mi limito alla definizione di Hans Selye, che aveva già riconosciuto che lo stress emotivo, paura, ansia, induce all’esaurimento nervoso che colpisce il corpo, in primo luogo a livello della fascia e nel tessuto connettivo, con una diminuzione di ritmi e movimenti che comportano restrizioni nel plesso nervoso e un rallentamento circolazione generale.
Un osteopata non è uno psichiatra, psicoterapeuta o un neurologo. Queste figure sono importanti e dobbiamo imparare a lavorare con loro. Mi ricordo il vecchio motto che dice “Accetta il diverso per essere complementari”. Non si può far tutto, tutti hanno dei limiti.

François Bel: Dopo anni di esperienza, cosa crede sia importante in Osteopatia?

Francis Peyralade: La Prevenzione. Ma se prendiamo la questione ad un livello osteopatico più generale, penso che sia importante ricordarsi di lavorare su tre dimensioni. La signora Frymann le ha definite: concentrazione, compassione e comprensione. È importante avere una base di studi essenziale per tutti i professionisti della salute, osteopati e non.

François Bel: Se potesse dare qualche consiglio per le giovani generazioni osteopati, cosa direbbe?

Francis Peyralade: Se avete acquisito i fondamenti necessari, la fiducia in voi stessi, nelle vostre mani, nella vostra analisi, non temete, piuttosto parlate i vostri dubbi, delle vostre sconfitte e dei vostri successi, è il modo migliore di procedere. Ci possono essere momenti di dubbio, ma è fugace. Non ascoltate troppo gli altri quando parlano del loro lavoro negli incontri tra giovani osteopati (…).

François Bel: Signor Peyralade, per concludere ha qualcos’altro che vuol dire?

Francis Peyralade: quando mi guardo indietro, ho avuto un sacco di delusioni e pochi piaceri reali, ma nonostante questo, continuerò a difendere questa causa. Non mi pento di quello che ho fatto, nella speranza che altri faranno meglio. La mia delusione deriva dal fatto che c’è ancora troppa disunione nel mondo osteopatico. Si dice che l’uomo sta cambiando velocemente, ma non riesco vedere come. Nonostante questo, credo ancora nelle qualità dell’uomo. Così, nonostante tutti gli attacchi che ha sofferto in 120 anni, l’osteopatia, contro vento e marea, ha continuato ad esistere. E continuerà ancora.

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