Il calvario di Raffaella T., agente di commercio barese di 44 anni, inizia circa 5 anni fa quando un giorno, al suo risveglio, scopre di avere “l’occhio destro fuori dall’orbita”, secondo la sua descrizione dei fatti.

“Senza alcun preavviso – racconta Raffaella T. a Tuttosteopatia.it – in maniera totalmente asintomatica, mi ritrovo con il volto trasformato dalla fuoriuscita orbitale dell’occhio”.

L’incontro con l’osteopata Massimo Valente, 5 anni più tardi, per motivi che esoneravano da quelli dell’occhio e in uno stato di rassegnazione rispetto a tale condizione mai risolta, ha rappresentato invece la svolta o, per usare le parole della stessa Raffaella, “la mia salvezza”.

Ma andiamo con ordine tornando a 5 anni fa con la manifestazione del problema.

Cosa è successo quella mattina?
Guardandomi allo specchio ho scoperto l’inquietante trasformazione del mio volto, con l’occhio destro uscito fuori dall’orbita.

Qual è stato il suo primo pensiero, come si è mossa?
In uno stato di grande angoscia mi sono rivolta immediatamente dal mio medico curante, il quale mi ha subito prescritto delle analisi del sangue che indicarono delle alterazioni nei valori tiroidei. Si sono susseguite poi numerose analisi ed accertamenti, tra cui la prima visita oculistica con relativa “ecobulbare” e risonanze magnetiche che hanno dato esito negativo, registrando cioè una situazione regolare.

Intanto riusciva a farsi un’idea di quanto fosse accaduto, i medici cosa le dicevano?
I pareri dei medici consultati erano molto discordanti; per alcuni avevo problemi alla tiroide, per altri invece il problema era circoscritto all’occhio in sé. Tra gli specialisti consultati, oltre all’oculista mi sono rivolta a due endocrinologi, prima a Bari poi a Pisa che mi hanno sottoposto rispettivamente ad una cura a base di cortisone e a base di colliri perché, stando alla diagnosi di questo primario dell’ospedale di Verona ma che mi ha visitato nel suo studio privato a Pisa, ero affetta da “orbitopatia basedowiana”, un disturbo infiammatorio associato a una patologia tiroidea di tipo disimmune come il Morbo di Basedow-Graves. Ho continuato poi a sottopormi ad ecografie ed esami del sangue ogni 6 mesi.

Risultati?
Nessuno. Contemporaneamente, per un rigonfiamento che avvertivo in prossimità della gengiva, andavo dal dentista che però, oltre a curarmi alcune carie, mi ha solo suggerito di fare degli sciacqui con il colluttorio.

Adesso, come mostrano le immagini, è migliorata sensibilmente e il suo occhio sta tornando in orbita. Come ha risolto il problema?
La mia salvezza è stato un osteopata, Massimo Valente, che in pochi minuti ha individuato il problema con il solo utilizzo delle mani sul mio volto. Mi ha parlato di un granuloma sulla gengiva nella parte superiore, e aveva ragione. Da questo granuloma, 10 anni prima, dopo una devitalizzazione  fatta male, è partito il mio tormento, di cui nessun medico si era accorto.

Com’è arrivata dall’osteopata?
Per caso. Dato il mio scetticismo per le cure complementari, mi sono fidata solo in seguito al suggerimento del dott. Causarano, di cui ho molta fiducia. Mi sono recata dall’osteopata però per un altro motivo di natura intestinale. Mai avrei pensato che avrebbe risolto il mio problema all’occhio, per il quale ormai mi ero quasi rassegnata. Ha capito immediatamente quale fosse il mio problema, concedendomi così di tornare ad essere serena.

Dopo cosa è successo?
Il granuloma, di cui nessuna radiografia ha dato riprova, è stato rilevato solo asportando la mezza radice del dente che per 10 anni, dopo quella devitalizzazione malfatta, ha spinto l’infezione sino a raggiungere l’occhio.

Adesso, dopo un anno e mezzo, come sta?
Molto meglio! L’occhio ha iniziato a rientrare progressivamente già dopo qualche mese. Adesso sono tornata alla “quasi normalità”.

Qual è il messaggio che vuole mandare agli altri, a quanti sospettano dell’osteopatia o a quanti casomai soffrono la sua stessa patologia?
Voglio dire che tra tanti medici competenti, siamo circondati da altrettanti medici incapaci, che non riescono cioè a scovare la causa di un problema, basandosi soltanto sugli effetti della malattia. L’osteopata, nel mio caso, ha agito a partire dalla causa riuscendo ad individuarla e così a ridarmi un volto normale, rendendomi la donna più felice del mondo.

Di seguito alcune immagini mostrano l’andamento della condizione patologica prima e dopo l’intervento dell’osteopata. L’ultima foto è indicativa del miglioramento raggiunto.