Criticità e soluzioni nell’attività professionale degli osteopati nella nuova compagine sanitaria

Il 17 giugno 2025 si è svolto presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati il convegno “La salute passa anche attraverso l’osteopatia”, promosso dalla Confederazione degli Osteopati Italiani. L’iniziativa è stata introdotta da Annarita Patriarca, segretaria di presidenza della Camera, e ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra istituzioni, professionisti e rappresentanti del settore sanitario.

Nel corso dell’evento si è fatto il punto sul percorso normativo che ha portato al riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria. Dopo il primo riconoscimento legislativo nel 2017 e la proclamazione come nuova professione sanitaria con la legge n. 3 del 2018, nel giugno 2021 è arrivata l’ufficializzazione definitiva da parte dello Stato. Nel novembre 2023 è stato poi approvato l’ordinamento didattico universitario per la formazione in osteopatia, che sancisce l’inserimento della disciplina nei corsi di laurea afferenti all’area delle professioni sanitarie della prevenzione.

Nonostante questi significativi passi avanti, durante il convegno sono emerse numerose criticità che continuano a ostacolare l’effettiva integrazione degli osteopati all’interno del sistema sanitario nazionale. Molti professionisti lamentano ancora una scarsa chiarezza sui percorsi formativi pregressi e sul loro eventuale riconoscimento, nonché un quadro normativo incompleto riguardo alle responsabilità e tutele assicurative.

Un’altra questione centrale riguarda il ruolo dell’osteopatia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. La discussione si è concentrata sull’opportunità di includere le prestazioni osteopatiche tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), rendendo quindi più accessibili le cure osteopatiche e favorendo una reale integrazione tra medicina convenzionale e discipline complementari. Da più parti è stata ribadita l’importanza di definire protocolli clinici condivisi, linee guida operative e percorsi formativi omogenei, che garantiscano qualità, sicurezza e scientificità nella pratica osteopatica.

Il tema della formazione ha occupato una parte importante del dibattito. Sebbene ora esista un percorso universitario ufficiale, molti professionisti già in attività provengono da scuole private, anche molto qualificate, e si interrogano sul proprio futuro. Si chiede quindi l’adozione di meccanismi di valutazione e riconoscimento dei titoli esistenti, in modo da non disperdere competenze acquisite e tutelare chi opera da anni nel settore.

Dal punto di vista istituzionale, è emersa la necessità di rafforzare le coperture assicurative e contrattuali per gli osteopati, definendo in maniera più precisa il loro ruolo all’interno delle strutture pubbliche e private. Il riconoscimento giuridico, infatti, da solo non basta se non è accompagnato da un inquadramento lavorativo e retributivo adeguato.

Un punto particolarmente interessante è stato dedicato alla relazione tra osteopatia e medicina basata sulle evidenze. E’ stata ricordata la ricca produzione di ricerche scientifiche in osteopatia con l’Italia al secondo posto per produzione dietro solo gli Stati Uniti. E’ indispensabile continuare a promuovere la ricerca, attraverso collaborazioni interdisciplinari e universitarie, per consolidare l’efficacia e il valore terapeutico della pratica osteopatica.

In conclusione, il convegno ha rappresentato un momento di riflessione fondamentale per comprendere come e in che misura l’osteopatia possa contribuire in modo strutturato alla salute dei cittadini. La strada è tracciata, ma resta ancora molto da fare per costruire un sistema in cui l’osteopatia non sia solo riconosciuta, ma anche integrata, valorizzata e sostenuta da una normativa chiara, una formazione d’eccellenza e un contesto sanitario pronto ad accoglierla.

Chi desidera rivedere l’intero evento può accedere al video completo disponibile sulla WebTV della Camera dei Deputati, al seguente link:
https://webtv.camera.it/evento/28437