Si è tenuto in Italia, a Prato, dal 16 al 18 maggio, il primo convegno internazionale osteopatia e spiritualità.
Il posto è stato ideale poiché era un convento e le relazioni si sono tenute nella relativa chiesa e ancora di più in una delle sedi dei “ricostruttori nella preghiera” dove risiede Guidalberto Bormolini che da religioso, antropologo e tanatologo si occupa del fine vita.
Emblematico è il motto della loro onlus: “Tuttoèvita”, che invita a scoprire che la morte non è l’opposto della vita ma uno dei passaggi della vita stessa.
Still dal primo momento ha parlato di corpo, mente e spirito con un padre predicatore itinerante metodista, non poteva prescindere nella sua visione del mondo dagli aspetti spirituali rafforzati dal tempo in cui ha vissuto nella missione di Wakarusa con gli Shawnee.
L’osteopatia nasce quindi con dei principi intrisi di spiritualità che sono insiti in tutte le culture, in tutte le parti del mondo, dove nessuno si sognerebbe di dividere l’indivisibile. Solo la nostra cultura negli ultimi anni ha tagliato questa parte dell’essere umano e direi la sua essenza e Guidalberto ricorda che inevitabilmente la parte finale della nostra vita, dove il fisico perde valore, viene fuori predominante la spiritualità. Questo convegno è stato importante perché ha richiamato questo aspetto che nell’osteopatia è presente dalle origini e che distingue nettamente l’osteopatia da altre medicine che utilizzando macchinari o tecniche meccaniche che non possono entrare in contatto con l’altro. Nel convegno si è ritornati anche a come definire l’altro non più come paziente ma come persona o come persona con malattia per indicare che la malattia è una delle componenti di quella persona che è anche altro e che in quel momento ha una malattia.
Per definire l’unità del corpo nella mia relazione ho utilizzato una descrizione propria della disciplina che pratico, il Nei Qi Gong dove centrali nello svolgimento delle pratiche sono i tre dantien. Il primo in relazione alla parte fisica è il dantien basso situato all’interno del corpo sotto l’ombelico ed è quello dove viene accumulata e stoccata tutta l’energia, il dantien medio situato all’altezza del cuore ed è quello che manifesta gli aspetti energetici dall’amore incondizionato alla emissione dell’energia attraverso le mani, il terzo rappresentato dal terzo occhio manifesta gli aspetti spirituali dalla meditazione fino alla trasmissione del pensiero. Per spiegare come funziona il sistema il mio maestro usa la metafora dell’acqua che può essere solida nel dantien basso, liquida nel dantien medio e gassosa nel dantien alto.
Anche la ricerca occidentale, grazie all’enorme apporto dei fisici quantistici, è giunta alle stesse conclusioni con cui tutte le tradizioni sapienziali si erano fondate. Molti non sanno che il nobel della fisica Wolfgang Pauli si incontrava sistematicamente con Carl Gustav Jung proprio per creare un ponte tra questi due mondi e che portò alla stesura di documenti sulla sincronicità.
Oggi più che mai è importante che ci riappropriamo e difendiamo questa parte fondamentale della nostra osteopatia anche perché è impossibile poter aiutare veramente le persone prescindendo da tutte le parti.
Il concetto osteopatico di unità del corpo non riguarda solo l’insieme delle parti fisiche ma anche dei diversi livelli mentali e spirituali ma ancora di più quello che differenza l’osteopatia da altre discipline, come per esempio la fisioterapia, è proprio l’attenzione che l’osteopata pone non solo alla relazione e le relative implicazioni ma anche attraverso l’approccio viscerale e craniosacrale ad altre energie.
Anche a questo si riferiva Still quando prima di morire esortava tutti noi con la frase “mantenetela pura”.