Diffondiamo di seguito l’ultima newsletter del ROI in cui si fa il punto sulla seduta n. 173 del 12/11/2014 in cui la relatrice al Ddl n. 1324 Lorenzin, Sen. De Biasi (PD), ha presentato la riformulazione dell’emendamento 3.0.1 sulla professione dell’osteopata.

Leggi qui il resoconto della seduta

Il nuovo testo dell’emendamento va nella direzione di istituire con valore di legge la professione sanitaria dell’osteopata. Quanto invece alla formazione ed equipollenze dei titoli abilitativi, si rimanda rispettivamente ad un successivo decreto ministeriale e ad un Accordo Stato-Regioni.

Testo tratto dall’ultima newsletter diffusa dal ROI

La proposta 3.0.1, che istituisce e definisce la professione sanitaria dell’osteopata, è stata riformulata come segue:

  • La professione è ricondotta nell’alveo della Legge 43/2006. L’individuazione dell’ambito di attività della professione è quindi demandata ad un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni che sarà recepito con un Decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri.
  • Il criterio per l’esercizio della professione è il possesso di laurea abilitante o titolo equipollente.
    Si demanda ad un Decreto del Ministro dell’Istruzione, di concerto con il Ministro della Salute, la definizione dell’ordinamento didattico della formazione universitaria.
  • Il riconoscimento di titoli equipollenti è demandato invece ad un accordo in Conferenza Stato-Regioni.

L’Albo per la professione sanitaria dell’osteopata è istituito presso l’ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione.
All’albo potranno iscriversi i laureati in osteopatia ed i soggetti in possesso di titoli dichiarati equipollenti.
In merito alla riformulazione, la Sen. De Biasi ha affermato di voler “demandare la disciplina dei profili concernenti la formazione e le equipollenze dei titoli abilitativi a successivi provvedimenti attuativi, così da evitare una inopportuna trattazione in sede legislativa di tali aspetti e da superare alcune delle obiezioni rispetto al riconoscimento delle nuove professioni. La ratio è quella di addivenire ad una regolamentazione che consenta anche di contrastare il fenomeno dell’abusivismo, particolarmente preoccupante nel settore delle attività di tipo riabilitativo”.
Tale riformulazione non rappresenta nulla di definitivo, ma è una delega al Ministero affinché si occupi del riconoscimento inserendolo in un percorso legislativo più corretto rispetto alla prima formulazione.

L’utilizzo della legge 43 per l’istituzione di una nuova figura professionale sicuramente risente delle pressioni fatte al Governo da parte delle altre professioni sanitarie, ma indica anche che è stata tracciata una strada certa che le istituzioni seguiranno.
Per questa ragione, inizia adesso la vera trattativa con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e l’intensificarsi dell’attività politica del Registro.
L’elemento fondamentale sarà il peso politico e sociale che la nostra categoria riuscirà ad avere per contrastare gli interessi di tali professioni sanitarie. E’ quindi necessario, ora più che mai, non disperdere i nostri sforzi e lavorare uniti verso l’obiettivo comune del riconoscimento della professione sanitaria di osteopata secondo i parametri che il ROI ha definito.

Il percorso è ormai avviato e ci sono molte categorie che vogliono inserirsi all’interno di questo processo, ma i protagonisti dobbiamo essere solo ed esclusivamente noi!
Ora più che mai è imprescindibile che tutti insieme lavoriamo per dare grande senso di unità e di forza, facendo sentire la nostra voce a livello sociale e mediatico. Per questo ci siamo già attivati con il nostro ufficio stampa.
Vi chiediamo di continuare a sostenerci, come avete fatto fino ad ora e di vedere questa situazione come un passo avanti nel naturale e lungo sviluppo del percorso verso il riconoscimento sanitario.
Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.

Paola Sciomachen ed il Consiglio Direttivo