È stato compiuto oggi un altro passo decisivo per il riconoscimento della professione di osteopata con l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del nuovo documento redatto dal Ministero della Salute riguardo l’individuazione della figura del profilo dell’osteopata, gli ambiti di attività e competenza osteopatica ed il contesto operativo del professionista osteopata. Adesso toccherà al Miur definire il percorso formativo per diventare osteopata, nonché i criteri di valutazione dell’esperienza professionale e per il riconoscimento dell’equipollenza dei titoli pregressi.

A quasi 3 anni dall’approvazione della legge Lorenzin 3/2018 che ha istituito di fatto l’osteopatia come professione sanitaria, e dopo lo stop all’iter imposto a settembre scorso dalle Regioni, che avevano sollevato delle “criticità” nella prima versione del documento, oggi finalmente siamo a un punto di svolta grazie all’approvazione del nuovo documento ministeriale, che ha recepito le modifiche richieste dagli Enti locali riferite al fatto che gli osteopati non potessero lavorare nel Ssn fino a che l’iter istitutivo della professione non fosse completato.

E per questo che, riporta il nuovo documento, “la professione sanitaria dell’Osteopata potrà operare nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche solo allorquando le relative prestazioni saranno inserite nei Lea e fermo restando l’individuazione di adeguate risorse finanziarie aggiuntive del Fondo sanitario nazionale a fronte dei relativi costi sorgenti”.

Oggi è una data importante verso il riconoscimento definitivo della professione osteopatica, la seconda dopo quella che l’11 gennaio 2018 ha individuato – con la legge n. 3 – come professione sanitaria. Il percorso non è finito, adesso dopo l’ok in Stato-Regioni tocca al Miur, che dovrà definire tutta la partita della formazione dei professionisti.

Leggi il documento del Ministero della Salute.