L’obiettivo principale dell’Osteopatia è mettere l’organismo nelle migliori condizioni per poter preservare lo stato di salute e combattere al meglio un’eventuale patologia. Il corpo riesce a mantenere questo stato grazie ai meccanismi di autoregolazione ed autoguarigione.
Alla base di questi meccanismi c’è il lavoro coordinato e preciso di tutte la parti del corpo, di tutti i sistemi, di tutti i tessuti e di tutte le cellule.

Le interrelazioni tra organi e sistemi, ben conosciute in Anatomia e Fisiologia e ben sottolineate da A.T. Still, rappresentano la base per capire come l’organismo riesca ad auto-regolarsi ed auto-guarirsi.
In Osteopatia si dà peso all’apparato muscolo-scheletrico, spesso con il rischio di non considerare tutti gli altri. L’apparato locomotore rappresenta uno dei sistemi su cui un processo infiammatorio, infettivo o anche oncogenetico, che si sta sviluppando in qualche parte del corpo e che può non aver ancora dato segni e sintomi, può manifestarsi con dolore o alterazioni tissutali. Viceversa, esso rappresenta uno dei sistemi su cui l’osteopata agisce per apportare un cambiamento sui processi interni alterati. L’apparato muscolo-scheletro rappresenta solo uno dei sistemi attraverso il quale si possono ristabilire, entro certi limiti, le capacità autoregolative del corpo. Questo è spiegato bene dalle connessioni anatomiche e fisiologiche tra apparati. Per un osteopata, quindi, dovrebbe risultare impossibile separare l’apparato muscolo-scheletrico, da tutti gli altri, sia da un punto di vista anatomico che funzionale, anche in virtù del principio di globalità del corpo. Tutto è connesso.
Continuando su questa traccia, nella nostra disciplina si considerano ambiti come quello cranio-sacrale, viscerale e muscolo-scheletrico come parti di un unico insieme, ovvero l’Osteopatia.
Non bisogna dimenticare, però, che su questi ambiti esiste un controllo ed una attività continua di sistemi “diffusi” che sottendono ai processi di autoguarigione ed autoregolazione, ovvero al mantenimento dell’omeostasi e dell’allostasi. Essi sono il sistema nervoso (in particolare il sistema nervoso autonomo/enterico), il sistema endocrino ed il sistema immunitario (figura 1).

Figura 1

Vorrei focalizzare l’attenzione su quest’ultimo che rappresenta uno dei sistemi più importanti per l’autoguarigione e che spesso viene poco considerato in ambito osteopatico.
Il sistema immunitario risente, in modo diretto, delle condizioni ormonali, neurovegetative e della meccanica dei tessuti. Gli organi e le cellule del sistema immunitario sentono e rispondono allo stato meccanico del tessuto (tensione, compressione, forze di taglio) e allo stato pressorio dei fluidi (liquido interstiziale, sangue, linfa, LCR). (Sugimura et al. 2016) (Vogel 2018).
La risposta immunitaria sia essa innata che adattiva risente del microambiente sia dal punto di vista biochimico sia puramente meccanico (Du et al. 2023, Orsini et al. 2021, Zhang et al. 2020, S. Pageon et al. 2018, Harrison et al. 2019, Chen et al. 2013, Huse 2017).
Nella cosiddetta disfunzione somatica si assiste ad una modificazione della matrice extracellulare (ECM), in termini di architettura e proprietà meccaniche (visco-elasticità), che influenzano in modo significativo l’attività delle cellule, tra cui quelle del sistema immunitario. Ricordo che la ECM rappresenta la Fascia, a livello microscopico, ed è onnipresente.
Anche per il sistema immunitario i processi di meccanotrasduzione, ovvero di percezione delle condizioni meccaniche del microambiente, la trasformazione in segnali intracellulari e la conseguente espressione o silenziamento genico, sono alla base dell’attivazione immunitaria, della produzione di citochine, dello switch metabolico ed isotipico, della proliferazione, ecc… In altre parole, di tutti gli adattamenti dinamici e regolatori dell’immunità.

Le forze agenti a livello meccanico regolano, in base a durata ed intensità, gran parte delle funzioni delle cellule immunitarie, come la migrazione e l’attivazione recettoriale (Huse 2017) (Pageon et al. 2018)(Zhu et al. 2019).
I recettori che maggiormente vengono attivati includono le integrine, i canali ionici meccanicamente attivati che utilizzano cationi (Ca++, Mg++, Na++, K+), come quelli della famiglia PIEZO e TRP (Transient Receptor Potential) tra cui i TRPV4 (Orsini et al. 2021) (Du et al. 2023).
L’attivazione di questi recettori permette un riarrangiamento del citoscheletro e delle forze meccaniche intracellulari che, attraverso un sistema proteico compreso nell’involucro nucleare detto LINC (Linker of Nucleoskeleton and cytoskeleton Complex), regola, a sua volta, il riarrangiamento della cromatina che risulta essere fondamentale per l’espressione o il silenziamento genico. (Tajik et al. 2016) (Lombardi et al. 2011) (Versaevel et al. 2012) (Michealson et al. 2001).

Inoltre, la traslocazione di vari fattori di trascrizione dal citoplasma al nucleo (ad esempio YAP/TAZ) dipende dalle forze meccaniche extra ed intracellulari ed è responsabile della trascrizione di fattori come NFkB, NFAT, HIF-1a, AP-1, ecc. che regolano processi come l’infiammazione, l’angiogenesi, la chemiotassi, la proliferazione cellulare e l’attività di macrofagi, linfociti T, B (quindi la produzione di anticorpi), NK, granulociti, ecc. (Solis et al. 2019) (Saez et al. 2020) (Donahue et al 2017).
Cellule dell’immunità innata, come i macrofagi, risentono delle forze meccaniche responsabili della loro polarizzazione e riprogrammazione in M1 (tipo pro-infiammatorio) ed M2 (tipo pro-healing) (McWhorter et al. 2015) (Meli et al. 2020), della migrazione, fagocitosi (Sridharan et al. 2019) (Dutta et al 2020), produzione di ROS (reactive oxigen species) (Geng et al 2021) e citochine pro o antiinfiammatorie (Meli et al. 2020) (Scheraga et al. 2020).
Ad esempio, i recettori TRPV4 regolano l’attività dei macrofagi polmonari in base alle caratteristiche meccaniche del polmone in corso di infezione da Mycobacterium tubercolosis. L’attività battericida dei macrofagi polmonari dipende dalle caratteristiche meccaniche dello stroma (ECM-Fascia). (Scheraga et al. 2020) (Naik et al. 2020). Ecco perché i fondatori dell’Osteopatia lavoravano anche sulla tubercolosi. Migliorare le condizioni meccaniche del polmone (nonché l’irrorazione e l’innervazione vegetativa dell’organo) significa potenziare l’attività immunitaria al suo interno.
Anche le cellule dell’immunità adattiva, come i linfociti T e B, sono direttamente regolate dalle forze vigenti nel tessuto. La migrazione, l’homing, la secrezione di citochine, la proliferazione, la citotossicità, nonché la produzione di anticorpi specifici dipendono anche dalla meccanica tissutale. (Saitakis et al. 2017) (Hickey et al. 2019) (Liu et al. 2021) (Spillane et al. 2017) (Zeng et al. 2015).
Si potrebbe continuare all’infinito, ma non è scopo di questo articolo entrare nello specifico del mondo relativo alle forze meccaniche regolatrici l’immunità, anche se, a mio avviso, ogni osteopata dovrebbe interessarsene. È un mondo estremamente complesso ed affascinante che abbraccia la Biologia Molecolare, la Genetica, la Citologia, l’Istologia, l’Anatomia e la Fisiologia; vale la pena di scoprirlo.
Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che l’ambiente meccanico è fondamentale, come intuito da Still, per i processi immunitari.

L’Osteopatia è meccanica applicata alla complessità biologica di un organismo vivente. Attraverso forze esterne (le tecniche) si può modificare l’ambiente cellulare migliorando funzioni e risposte (immunitarie in questo caso). Obiettivo del trattamento osteopatico (OMT) dovrebbe essere quello di migliorare l’ambiente meccanico del tessuto (di qualsiasi tessuto!) e permettere, di conseguenza, l’espressione di tutti i processi di regolazione, guarigione e rigenerazione.

L’Osteopatia non può essere incentrata banalmente solo sull’apparato muscolo-scheletrico, ma deve focalizzarsi sul trattamento di tutti i tessuti, organi e sistemi (compreso l’immunitario) che, comunicando costantemente tra loro, coordinano e sincronizzano la fisiologia cellulare, il mantenimento dello stato di salute, le capacità auto-curative ed auto-rigenerative.

Nei libri di Still e dei suoi allievi diretti, come McConnell, Barber, Hildreth, ecc., non si parla praticamente mai di lombalgie o cervicalgie, esse rappresentano solo dei segni e sintomi (sull’apparato locomotore) di processi alterati all’interno (infiammazione, infezione, ecc…). L’Osteopatia deve lavorare per risolvere questi processi trattando problemi e disfunzioni a carico di tutti gli organi e sistemi, motivo per cui è nata. Gli osteopati non devono aver paura del patologico e fuggire da esso, sarebbe un tradimento dei principi della nostra disciplina. Bisogna, invece, acquisire le conoscenze adatte per poter capire le possibilità dell’approccio osteopatico, come anche i suoi limiti.
I processi di meccano-trasduzione rappresentano una spiegazione precisa ed approfondita delle potenzialità della nostra disciplina. Ad oggi, si sta sviluppando la meccano-biologia, la meccano-medicina e la meccano-immunologia. Ciò evidenzia il fatto che cambiare le proprietà meccaniche di un tessuto significa promuovere la corretta fisiologia e modificare eventuali processi patologici.

È meraviglioso accorgersi come la scienza moderna, in realtà, spiega tutte le intuizioni di Still.
Forti di questo, non dobbiamo rimanere indietro ed abbiamo l’obbligo di riconoscere, prendere insegnamento e, soprattutto, non dimenticare le nostre origini.

Oliviero Bonetti, D.O. Osteopata – Biologo (1) (2) (3)
(1) direttore Omicron Beta Research
(2) direttore Gamma Wave srl Advanced Education
(3) docente ICOMM (International College of Osteopathic Manual Medicine), Rome – Italy

Bibliografia.

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