Siamo fatti di quello che mangiamo e le difese immunitarie si costruiscono nell’intestino: basterebbero queste affermazioni per ricordarci che è impossibile aiutare qualsiasi persona o occuparsi della sua salute senza osservare la sua alimentazione e questo indipendentemente dalla “specializzazione” medica.

Per chi come noi osteopati si occupa per “statuto” di approccio olistico è imprescindibile, scontato e deve essere automatico. Da anni predico che la prima domanda che qualsiasi terapeuta deve fare al suo paziente a prescindere dal motivo della consultazione è se va al bagno tutti i giorni. Chi ha avuto la possibilità di vedere il mio spettacolo: “Chi è causa del suo mal pianga sul cesso” sa che anche se in forma comica lo sostengo convintamente.

L’osservazione del transito intestinale ci permette di capire, insieme ad altri fattori, il tipo di alimentazione del paziente ma per poterlo aiutare è indispensabile per noi conoscere tutto il meccanismo; badate, non mi riferisco al rapporto tra carboidrati, grassi e proteine o peggio ancora alla preistorica classificazione per calorie ma tengo conto dei valori legati alla quantità in relazione alla qualità del cibo e prima ancora alla considerazione che possiamo stare settimane senza mangiare, giorni senza bere e solo pochi minuti senza respirare.
Quest’ultima frase ci permette di comprendere le priorità e considerare come agisce la respirazione nell’ambito dell’alimentazione. Per esempio, solo per farvi capire la relazione presente tra le due, vi invito a osservare una persona obesa mentre mangia e a contare i suoi atti respiratori. Non esiste un obeso che non iperventila e per questo non avendo tempi di apnea, non può avere il tempo di masticare .

Come osteopati dobbiamo assolutamente osservare il funzionamento intestinale e saper individuare i segnali disfunzionali per poter dare i giusti consigli perché ci sarà sempre una relazione tra contenuto e contenitore. Gli errori di contenuto (alimentazione) inevitabilmente generano delle reazioni sul contenitore (intestino) che reagirà come minimo contraendosi e quelle tensioni viscerali si riverseranno sulla struttura. Nella mia esperienza ultra ventennale posso affermare senza paura di essere smentito che l’80% delle lombalgie ha origine viscerale e avendo sempre a mente la domanda osteopatica di cui abbiamo già parlato in una altro editoriale “Perché” , dovendo cercare la concausa di una tensione viscerale non mi riesce di farlo a prescindere dall’alimentazione.

Se tutto questo non fosse sufficiente possiamo aprire l’enorme capitolo sul microbioma intestinale e la sua relazione con le difese immunitarie che oggi come oggi dovrebbe essere una materia di cui discutere al telegiornale viste le quantità industriali di ricerche pubblicate e le implicazioni sulla salute esasperate dall’incosciente abuso di antibiotici che ha portato tante persone a mettere a rischio la loro vita, ma di questo riparleremo in un’altra occasione