In Italia il latte sostitutivo di quello materno costa oltre il triplo e fino a quattro volte di quanto costa nei Paesi a noi vicini e nel resto d’Europa. Ebbene si, ancora oggi siamo i più cari d’Europa tanto che sul punto è intervenuto, lo scorso febbraio 2012, il ministro per la cooperazione internazionale con delega alla Famiglia, Andrea Riccardi, con un esposto inviato al presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella.
Il caso è esploso nel 2004, quando una quindicina di aziende di latte artificiale vennero multate perché i loro listini risultarono esageratamente cari. Altre iniziative hanno in quegli anni calmierato i prezzi, in particolare del latte artificiale che, secondo una ricognizione di Altroconsumo, si sono abbassati del 25 per cento a seguito dell’introduzione di questo prodotto nella grande distribuzione, oltre che in farmacia. (Leggi Provvedimento dell’Antitrust “Prezzi del latte per l’infanzia” n° 14775 del 12 ottobre 2005).
Al netto di questa disparità ingiustificata di prezzi, e del fatto inequivocabile che i bambini allattati al seno comunque riportano un miglior sviluppo neurocognitivo nel primo anno di vita rispetto a quelli allattati con formula, grazie alla presenza nel latte materno di fattori responsabili del miglioramento delle facoltà cognitive, scopriamo da una serie di ricerche che non esistono differenze qualitative sostanziali tra i diversi tipi di latte artificiale in commercio.
Difatti, rispetto ai parametri di riferimento forniti dall’Espghan – Società Europea di Nutrizione, epatologia e Gastroenterologia Pediatrica, è emerso che a prezzo differente non corrisponde diversa qualità perché i latti artificiali equivalgono nei componenti nutrizionali. In sostanza, non regge il motto per cui le marche più costose siano le migliori.
E’ la Commissione del Codex Alimentarius dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a definire norme, linee guida e testi correlati volti a proteggere la salute dei consumatori e garantire pratiche commerciali leali a livello globale. Ed è stato proprio il Comitato Codex a commissionare al Comitato ESPGHAN l’avvio di un processo di consultazione con la comunità scientifica internazionale finalizzato a presentare una proposta sui livelli di nutrienti negli alimenti per lattanti, sulla base di analisi scientifiche e tenendo conto delle attuali relazioni scientifiche in materia. Ciò che è emerso è proprio la sostanziale equivalenza nutrizionale dei diversi tipi di latte in formula in commercio: qui è possibile vedere una tabella riportante la composizione analitica media per 100 kcal di diverse formule di latte artificiale.
Il fatto che non esistano differenze sostanziali nei diversi tipi di latte in formula potrebbe servire ad acquietare mamme ansiose alla ricerca del latte artificiale “migliore”, ma si rischia di perdere di vista il centro della questione, e cioè che non esiste latte artificiale che tenga in confronto a quello materno, che rimane in assoluto il migliore per qualità nutritive e per i benefici indiscussi per il bambino.
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A questo proposito risulta profetica la considerazione espressa da Diane Wiessinger (autrice e ricercatrice americana da anni impegnata nel promuovere l’allattamento al seno) e ripresa dal mensile “Terra Nuova” in un’interessante inchiesta sul latte artificiale pubblicata nel n° di novembre 2012, in cui spiega senza mezze misure che “l’alimentazione artificiale non è né la stessa cosa né superiore all’allattamento materno, ma al contrario è deficiente, incompleta e inferiore”.
E’ bene anzi considerare i rischi dell’alimentazione con latte artificiale. “Il latte materno – si legge in un documento dell’ISS – protegge i neonati dai batteri e virus con cui le loro madri hanno contatto. Il latte materno è sempre diverso. Il colostro e poi il latte vero e proprio vengono adattati all’età gestazionale del bambino e il latte materno maturo cambia di mese in mese, di giorno in giorno e da pasto a pasto per rispondere ad ogni particolare necessità del neonato. L’aggiunta di qualsiasi altro alimento, perfino dell’acqua, aumenta i rischi e diminuisce i benefici”.
E’ sempre il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità a far luce nel medesimo documento (a pag. 38), sui danni derivanti dall’uso dei sostituti del latte materno.
Di seguito ne riportiamo alcuni:
- I bambini allattati artificialmente sono in generale privati dei benefici recati alla loro salute dall’allattamento materno.
- L’allattamento artificiale può interferire con l’attaccamento fra madre e bambino.
- I bambini possono dimostrarsi soggetti ad intolleranza alle proteine del latte vaccino; inoltre l’allattamento artificiale favorisce l’insorgenza di malattie allergiche come eczema, asma e rinocongiuntivite.
- L’acqua usata per lavare bottiglie o mescolare il latte artificiale può essere contaminata causando diarrea (il rischio di diarrea è maggiore per i bambini alimentati con latte artificiale rispetto a quello di mucca perché il latte artificiale in polvere dev’essere diluito con acqua non sempre igienicamente sicura); se presente, la diarrea in un bambino allattato artificialmente più facilmente diventa persistente.
- Aumenta con l’alimentazione artificiale il rischio di ammalarsi di infezioni respiratorie acute (otiti comprese).
- Il latte artificiale aumenta il rischio di malattie croniche (diabete compreso) e di obesità.
- Il latte artificiale comporta spese non necessarie per la famiglia e significa avere a disposizione meno denaro per l’acquisto di cibo per gli altri membri della famiglia (ciò ha risvolti importanti se la famiglia appartiene ad un livello socioeconomico basso o molto basso).
- Le famiglie di basso livello socioeconomico e culturale possono voler diluire il latte artificiale per farlo durare più a lungo, favorendo così la malnutrizione infantile. Sbagli nel miscelare il latte artificiale possono causare malattie al neonato (per esempio disidratazione se il latte risulta costantemente troppo concentrato).
- I costi di gestione ospedaliera sono più alti se l’allattamento artificiale è diffuso in una comunità, sia per il maggiore bisogno di personale, sia per l’acquisto del latte artificiale e dei relativi accessori per il suo uso.
Per tutte le mamme che ancora credono impossibile il riallattamento dopo un periodo di sospensione, questo è assolutamente possibile! Leggi la pagina sul Riallattamento
Approfondimenti
- Sezione Osteopatia e Pediatria – Allattamento. Tuttosteopatia.it
- Latti “di crescita”? No grazie!
www.ibfanitalia.org